

Il racconto allegorico e simbolico raffigura un carretto fioriera con terriccio, sostenuto da quattro ruote, trainato per un filo da uno scheletro con mantello e coppola che impugna una falce e pare dirigersi verso un cumulo di pietre in lontananza dove è disteso e si distingue appena, un personaggio inanimato: Miguel Anghel Atienza, fuorilegge, morto nel conflitto a fuoco dove persero la vita due "baschi blu": Ciavola e Grassia, rappresentati sul carrettino trascinato dalla "morte sarda". I due sembrano germogliare dall’humus della terra che li riaccoglie, come eroi trasfigurati, strettamente uniti come in un vortice a spirale nel momento dell’estremo sacrificio.
I due sono collegati e connaturati nelle braccia come a significare quel momento solidale che li ha unificati per sempre. Le loro casse toraciche sono diversamente aperte come un’offerta generosa e mostrano i cuori; nel personaggio a sinistra la sua mano destra sembra dilatare lo squarcio sullo sterno per mostrare l’interiore e una funzione simile è quella dello sportellino aperto sul torace del personaggio raffigurato sulla destra. Entrambi auspicano la ricerca della verità nuda e cruda. Uno dei bracci del personaggio a destra si è trasformato in un’ala, simbolo sacrale esplicito che allude alla elevazione, alla trasformazione della materia, al messaggio insito nell’evento.